ANIR Confindustria, l’associazione che rappresenta le aziende della ristorazione collettiva, esprime preoccupazione per le criticità ancora presenti nel correttivo al Codice degli Appalti, attualmente in fase di definizione. Sebbene i progressi registrati grazie al dialogo costruttivo con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le commissioni parlamentari siano positivi, restano aspetti che potrebbero compromettere l’equilibrio economico delle imprese di ristorazione collettiva, un settore cruciale per il welfare italiano.
Uno dei nodi principali è l’obbligatorietà della revisione dei prezzi, che non può restare una possibilità discrezionale per le stazioni appaltanti. «La revisione dei prezzi deve essere un diritto certo per le imprese che garantiscono servizi pubblici essenziali come mense scolastiche e ospedaliere», sottolinea Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria.
L’attuale discrezionalità rischia di generare contenziosi e incertezze, compromettendo l’equilibrio economico e l’efficacia dei contratti, soprattutto in un contesto in cui l’inflazione e i costi operativi aumentano.
Nel corso dell’ultimo anno, ANIR Confindustria ha lavorato intensamente con il Governo e le parti parlamentari per sottolineare la necessità di norme chiare e applicabili. «Auspichiamo che le proposte avanzate durante questo anno di confronto trovino pieno accoglimento nel testo definitivo del correttivo. La sostenibilità dei contratti, pur considerando le logiche di contenimento della spesa, deve garantire continuità e qualità ai servizi essenziali», aggiunge Piacenti.
Secondo le stime di ANIR, l’introduzione di una revisione obbligatoria dei prezzi, con un’inflazione tra l’1% e il 2%, comporterebbe un incremento di spesa annua tra i 10 e i 20 milioni di euro. Una cifra marginale rispetto ai benefici garantiti dalla sostenibilità dei servizi, distribuita su Stato ed enti locali.
Con il termine per la definizione del correttivo fissato entro dicembre 2024, ANIR Confindustria ribadisce la necessità di salvaguardare un settore fondamentale per il welfare italiano.
«Non possiamo permettere che un settore così strategico sia esposto a contenziosi o squilibri contrattuali. La revisione dei prezzi deve essere obbligatoria per garantire un sistema equo e sostenibile», conclude Piacenti.