Le imprese della ristorazione collettive di fronte ad una crisi strutturale invitano il Presidente del Consiglio Meloni ad un intervento immediato del governo e fanno appello alla mobilitazione nazionale del settore per protesta.
Lorenzo Mattioli, presidente di ANIR Confindustria, con una lettera pubblica al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ribadisce le difficoltà che stanno affrontando da anni le mense di servizi fondamentali come aziende, scuole, ospedali, carceri.
«Le imprese della ristorazione collettiva si trovano ancora una volta a dover fronteggiare una nuova crisi improvvisa, l’aumento sfrenato dei prezzi, che impone loro di garantire con il proprio patrimonio un pasto, e quindi salute e nutrizione, a milioni di cittadini ogni giorno, senza che gli vengano riconosciuti gli aumenti dei costi sostenuti. Un obbligo, un dovere ormai insostenibile dal punto di vista economico, che sta mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro (in prevalenza femminile) nel completo disinteresse della amministrazione pubblica, che sembra non si renda conto del rischio di tenuta e di garanzia di servizi pubblici essenziali».
«Il Governo» scrive ancora Mattioli «ha fatto suo il principio che produttività, sviluppo e occupazione nel nostro Paese sono in primis in capo alle aziende. Ci rivolgiamo a Lei Presidente, quale più alta carica di Governo, affinché sia riconosciuto e diventi effettivo per prassi e norma l’adeguamento agli indici ISTAT dei prezzi dei contratti, motivi per cui chiediamo di incontrare Lei e il Governo affinché anche i Comuni e le Regioni, adottino urgentemente misure definitive per il riequilibrio economico dei contratti».
Il settore, che impiega 150 mila lavoratrici e lavoratori, di cui l’80% donne e che interessa una filiera e un indotto di riferimento, come quello agroalimentare, che consente di produrre e servire, insieme alle nostre aziende, più di 1 miliardo di pasti l’anno, ha indetto una straordinaria mobilitazione nazionale per il 23 marzo a Roma. Un appello alla protesta rivolto alle aziende, agli operatori, alle parti datoriali e sindacali affinché ci sia un confronto volto a sistemare la questione.
«In attesa di un confronto diretto immediato» conclude ancora Mattioli «nel quale poter illustrare le nostre istanze e proporre alcune possibili soluzioni che superino l’attuale momento di criticità».